Nel marketing turistico, la narrazione è diventata una parola di moda. Tutti parlano di “raccontare il territorio”, ma spesso ciò che ne esce è un collage di cliché: tramonti, sorrisi, calici alzati. Raccontare un luogo, però, non è mostrare una cartolina: è saperne restituire la voce.
Un brand turistico, oggi, non può limitarsi a descrivere ciò che offre — deve trasmettere come fa sentire chi lo vive.
Dal racconto alla relazione
Il turismo è fatto di esperienze, certo, ma anche di aspettative, emozioni e memoria.
Un luogo si sceglie prima con l’immaginazione che con la carta geografica.
Per questo la comunicazione nel turismo deve partire da una domanda semplice:
Che tipo di relazione vogliamo instaurare con chi ci sceglie?
Ogni testo, ogni immagine, ogni post può essere un invito a entrare in relazione con un luogo, non solo a visitarlo. Raccontare un borgo, un hotel o un resort significa farne percepire il ritmo, la luce, la voce.
È trasformare la promozione in ospitalità narrativa.
La scrittura come esperienza sensoriale
Nel marketing turistico, la scrittura è spesso ridotta a elencare servizi e comfort. Ma la vera differenza non sta in cosa si comunica, bensì in come.
Le parole devono evocare sensazioni: il profumo dell’aria la mattina, il rumore dei passi sul selciato, il silenzio del mare al tramonto. Un testo ben scritto accende la percezione — e la percezione è il primo passo dell’esperienza.
Quando la scrittura sa far immaginare, il viaggio è già iniziato.
Turismo e autenticità: la nuova frontiera del racconto
Oggi le persone cercano autenticità, non spettacolo. Vogliono storie vere, legate alla natura, ai gesti quotidiani, alla cultura del territorio. In questo contesto, il linguaggio è un atto di verità: se è artificiale, il lettore se ne accorge subito.
Il marketing turistico contemporaneo deve quindi spostarsi dal dire all’ascoltare. Capire chi arriva, da dove, con quali desideri. Solo così la comunicazione diventa accoglienza — non promessa, ma incontro.
Strategie narrative per luoghi che parlano da soli
Ogni destinazione ha un carattere. Il compito della comunicazione è tradurlo in parole, immagini e ritmo.
Per questo serve una strategia, ma anche sensibilità:
- scegliere il tono giusto (caldo, contemplativo, avventuroso, sofisticato…);
- costruire un lessico coerente (mai generico o “da brochure”);
- creare un filo narrativo che unisca territorio, ospitalità, persone.
Un hotel non è un edificio, è un modo di accogliere.
Un borgo non è un insieme di vie, è una cadenza.
Un paesaggio non è una vista, è una presenza.
Un case history? Armacera Resort
Per Armacera, resort affacciato sulla Costa degli Dei in Calabria, ho lavorato su un racconto capace di restituire il respiro del luogo: il legame con la terra, la luce del mare, la quiete dell’accoglienza.
Ogni testo — dalle descrizioni delle suite alla presentazione del territorio — è stato scritto per evocare sensazioni reali, non slogan.
Il risultato è un linguaggio che accompagna il lettore dentro un’esperienza di autenticità, fatta di materia, silenzio e orizzonte.
Raccontare un luogo non basta: bisogna farlo vivere attraverso le parole.
Se vuoi raccontare un luogo con autenticità — senza cadere nei soliti stereotipi — posso aiutarti a costruire una narrazione su misura, dove la parola diventa esperienza.
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