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15 Luglio 2025

Storytelling per l’ospitalità: raccontare o accogliere?

Comunicazione, Copywriting, Marketing turistico

Ci sono hotel che comunicano e hotel che parlano. La differenza non è nei servizi offerti — ma nelle parole che usano per raccontarli.

Nel mondo dell’ospitalità, la scrittura non serve solo a descrivere camere o spa, ma a costruire un’esperienza ancora prima che il viaggio cominci. Ogni testo, ogni caption, ogni brochure è una forma di accoglienza.
E come ogni accoglienza, deve saper far sentire chi legge nel posto giusto.


L’ospite prima ancora del cliente

Il turismo non è un prodotto da vendere, è una relazione da costruire. Prima di prenotare, un ospite immagina.
Cerca immagini, ma anche sensazioni. Non vuole solo sapere dove dormirà, ma come si sentirà in quel luogo.

Per questo la comunicazione turistica non può limitarsi a elencare servizi o tariffe: deve trasmettere atmosfera, valori e intenzioni. Un linguaggio caldo e coerente non aggiunge solo estetica — crea fiducia.


Le parole come gesto di ospitalità

Scrivere per l’ospitalità significa dosare le parole con lo stesso tatto con cui si prepara una stanza.
Non servono frasi enfatiche o superlativi: servono dettagli veri, ritmo, misura.

Il modo in cui un hotel si racconta è già parte della sua esperienza di soggiorno.

Un sito web scritto con cura, una newsletter che parla in modo sincero, un post che restituisce un frammento di vita quotidiana: sono tutti gesti che comunicano attenzione, empatia e stile.

Quando il linguaggio è coerente, ogni punto di contatto diventa un’estensione naturale dell’accoglienza reale.


Lo storytelling che costruisce identità

Ogni struttura ha una storia, ma non tutte la sanno raccontare. C’è chi comunica “il dove” e chi comunica “il perché”. Il racconto efficace parte sempre dall’identità:

  • Chi sei?
  • Cosa rappresenta il tuo luogo?
  • Qual è la sensazione che vuoi lasciare a chi entra (o legge)?

Solo quando questi elementi sono chiari, la scrittura può diventare uno strumento strategico di posizionamento.
Un linguaggio riconoscibile fa emergere la personalità di una struttura, trasformandola da semplice destinazione a voce viva del territorio.


Scrivere l’accoglienza: il mio metodo

Quando lavoro con hotel e resort, parto sempre da tre fasi:

  1. Ascolto – prima delle parole, servono conversazioni. Capire chi accoglie e chi viene accolto.
  2. Osservazione – leggere lo spazio, l’atmosfera, la filosofia del luogo. Ogni struttura parla a modo suo.
  3. Traduzione – trasformare tutto questo in linguaggio: testi per sito, brochure, campagne, social.

Ogni parola è calibrata per rispecchiare l’anima della struttura e dialogare con il suo pubblico ideale.


In sintesi

Nel marketing turistico, le parole non servono a vendere notti, ma a costruire appartenenze.
Chi legge un testo deve sentire che, da qualche parte, c’è un posto che lo sta aspettando.

Raccontare un luogo non basta. Bisogna abitarlo — anche con le parole.

Durante il mio percorso ho curato la stesura dei contenuti testuali del book The Foscarini, hotel sostenibile di Mogliano Veneto: un progetto che unisce scrittura, identità e ospitalità consapevole.
Scopri il progetto nel mio portfolio

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