A luglio scorso, in agenda, era fissato un incontro con Marius Mitrea, arbitro internazionale di rugby di altissimo livello. Da subito mi sono posta la questione: che intervista fare a uno sportivo di tale calibro? Di sicuro, non una di natura tecnica. E quindi, come affrontarla?!
Nella fase preparatoria, ho cercato in rete tutte le informazioni che lo riguardassero. È buona regola, infatti, conoscere l’intervistato quanto più possibile, così come, nel caso di un personaggio pubblico, avere chiaro che l’intervista che si accinge a concederti non è che l’ennesima. Se non possiedi già tutta una serie di informazioni “di base” e “di contesto”, come puoi evitare le domande banali o, peggio, i luoghi comuni?!
Conclusa la ricerca e riempite alcune pagine della mia Moleskine di appunti e considerazioni, ho stilato una scaletta di domande, pur sapendo che mi sarei tenuta alla larga dalla formula domanda-risposta, fredda e impersonale.
Come rompere il ghiaccio, instaurare un dialogo, mantenere un tono informale pur non perdendo di vista le domande preparate, tutto questo ammettendo fin da subito di non avere alcuna dimestichezza con i tecnicismi arbitrali?! Lasciando spazio a empatia, curiosità, sensibilità!
Il risultato è stato un incontro – durato ben oltre il tempo prevedibile di un’intervista – affascinante e gratificante, del quale mi auguro di aver rielaborato i contenuti in modo rispettoso e coerente in questo post.
Photo credits: Ferena Lenzi