Mi è capitato di leggere un testo che era un’allegra gazzarra di virgolette, corsivi e grassetti e di provare un gran senso di confusione. Ci mancavano solo il sottolineato e il maiuscolo e ne sarei uscita frastornata. Perché non scrivere un veloce post sugli stili dei caratteri per fare chiarezza sulle rispettive funzioni?
Quali sono gli stili dei caratteri?
Eccoli:
- Tondo: è il testo normale che non ha stili particolari.
- Grassetto: le parole sono evidenziate e attirano l’attenzione. Va bene se utilizzato nei titoli o per far risaltare le parole chiave, i punti di ingresso del testo, il messaggio più importante, frasi all’inizio di ogni paragrafo. Suggerimenti:
– non annullare lo scopo del grassetto evidenziando troppe parole o peggio frasi intere
– è poco efficace evidenziare piccoli frammenti che, letti da soli, non permettono di cogliere il senso del messaggio. - Sottolineato: oggi dovrebbe solo indicare un link. Nelle mail, nei siti, nei pdf, se vediamo una sottolineatura di istinto ci andiamo sopra con il mouse: non possiamo tradire le aspettative del lettore con un “falso” link.
- Corsivo: possiamo usarlo nel caso di parole tecniche, parole straniere o titoli all’interno del testo.
- MAIUSCOLO: per la dimensione grafica, il maiuscolo è utile nei titoli o dove si voglia dare una particolare enfasi al testo (per esempio, ad indicare una parola urlata), ma è meglio utilizzarlo per un titolo breve perché non aiuta la leggibilità.
Da ricordare anche il maiuscoletto: è un carattere tipografico di forme maiuscole però d’altezza uguale al minuscolo che non usiamo spesso, ma che può sostituire sottolineato o corsivo. Sta bene nella gerarchia visiva di titoli e sottotitoli di un documento a più livelli, essendo chiaro e meno invasivo.
E le virgolette?
Una nota a parte meritano le “virgolette”, che devono essere usate solo:
- nel discorso diretto
- quando usiamo una parola in senso metaforico o in una accezione diversa da quella corrente.
Photo credits: Ferena Lenzi