Oggi esploreremo un argomento di rilevanza sempre crescente nel mondo del marketing digitale: le “vanity metrics”. Scopriremo cosa sono, perché possono essere ingannevoli e come concentrarsi sulle metriche che veramente contano per il successo della tua strategia.
Cosa si intende per “vanity metrics”?
Le vanity metrics, o metriche vanità, sono numeri – solitamente misurazioni come il numero di follower sui social media, i like e i commenti su post, le visualizzazioni di pagina e simili – che, a una prima lettura, possono risultare “attraenti” ma che, nei fatti, offrono poca o nessuna comprensione del reale impatto delle tue attività di marketing. Sono chiamate metriche vanità perché spesso alimentano l’ego più che riflettere le perfomance reali.
Le vanity metrics traggono in inganno?
Le vanity metrics possono trarre in inganno, soprattutto se si ritiene che più alto sia il numero, ad esempio di follower sui social, migliore sia il risultato. Se quell’alto numero di follower non si traduce in un reale coinvolgimento o in conversioni, nei fatti l’indicatore numerico è fuorviante. Come dire: avere tanti follower non significa automaticamente che questi si trasformeranno in utenti che interagiscono o addirittura in clienti. Concentrarsi solo su queste metriche può portare a una visione distorta del successo e a strategie fuorvianti.
Ciò non significa che le vanity metrics debbano essere ignorate a priori, ma che debbano essere integrate, contestualizzate e adattate ai singoli casi di riferimento, questo sì!
Quali sono le metriche significative?
È cruciale passare da un’attenzione, a volte smodata, per le vanity metrics a una comprensione più approfondita dell’impatto reale delle attività di comunicazione. Ecco alcune metriche significative (actionable) da considerare, ossia quegli indicatori numerici in grado di orientare le scelte strategiche di un’azienda, poiché direttamente collegati a obiettivi e attività specifiche:
- Conversion Rate: questa metrica indica quanti dei tuoi visitatori compiono l’azione desiderata, come acquistare un prodotto o iscriversi a una newsletter.
- Bounce Rate: ossia la percentuale di visitatori che lasciano il tuo sito dopo aver visto solo una pagina. Un tasso di rimbalzo elevato potrebbe indicare un problema di qualità del contenuto o di esperienza utente.
- Engagement Rate: l’engagement è il tasso di coinvolgimento generato dai post social condivisi e dalla pagina in generale. A che serve avere migliaia di fan che non interagiscono con i tuoi contenuti? Ottenere questo dato è semplice, basta consultare gli Insights, tool gratuito di Meta per scoprire quali post hanno generato il miglior coinvolgimento tra commenti, condivisioni e like.
- Costo per acquisizione cliente (CPA): quanto spendi mediamente per acquisire un nuovo cliente? Questo può aiutarti a valutare l’efficacia delle tue campagne pubblicitarie.
Questi sono solo alcuni esempi di metriche significative.
Rimane il fatto che analizzare i dati non è cosa facile; servono “occhi” esperti, capaci di contestualizzare…
In tutto ciò, il punto cruciale è domandarsi se i dati presi in considerazione possono guidare decisioni operative per il tuo business. Se questa risposta resta negativa, è chiaro che ci troviamo di fronte a dati che, da soli, hanno scarso valore significativo. Come sempre, la profondità dell’analisi è la chiave per le decisioni.
Vanity metrics vs actionable metrics
Le vanity metrics possono sembrare affascinanti ma la vera sfida nel marketing digitale è andare oltre all’apparenza. Concentrarsi su metriche che riflettono il coinvolgimento, la conversione e il valore a lungo termine è essenziale per una strategia di successo.
La qualità batte, dunque, la quantità quando si tratta di misurare il reale impatto delle tue attività di marketing.